lunedì 12 marzo 2012

CACCIATORI DI BALENE

LA VERGOGNA DI  “ESSERE UMANI”
A cura del dott. Erminio Di Nora
Le baleniere giapponesi hanno concluso la loro stagione con meno di un terzo della quota annuale di 900 balene, riuscendo a catturare solo 267 balene. L’agenzia della pesca giapponese ha detto che la flotta è sulla via del ritorno dall’Oceano Antartico come previsto, ma con un bottino piuttosto magro.
La causa? Tra le altre, anche l’attività sabotatrice degli attivisti.
Sul sito di una delle principali organizzazioni a difesa delle balene, la Sea Shepherd, campeggia ancora l’invito a seguire in diretta la campagna contro la caccia alle balene.
 “Durante le ultime sette campagne, abbiamo salvato la vita a più di 2.781 balene e mostrato le attività illegali dei giapponesi al mondo intero. La scorsa stagione siamo stati in grado di salvare più balene di quante i giapponesi siano stati capaci di ucciderne. Ottocentosessantatre (863) balene sono vive e stanno nuotando in mare perché voi ci avete permesso di intervenire sostenendo le nostre navi ed i nostri equipaggi,” si legge sul sito di Sea Shepard.
“Penso che sia stata una campagna di grande successo,” ha detto il presidente di Sea Shepherd, Paul Watson, alla BBC.
“Avevo previsto che non sarebbero andati oltre il 30 per cento della loro quota e sono arrivati a malapena al 26 per cento. Abbiamo avuto ragione noi.”
Anche il governo australiano ha accolto con favore la fine delle baleniere giapponesi dal Mare Antartico.
“Le attività di caccia del Giappone sono contrarie al diritto internazionale”, ha detto una fonte del governo, secondo la BBC. “Ecco perché l’Australia ha iniziato e continuerà un’azione legale presso la Corte internazionale di giustizia”.
Nonostante il divieto mondiale sulla caccia alle balene, il Giappone sfrutta una clausola dell’accordo internazionale che permette le catture per scopi “scientifici”. Tuttavia, gli attivisti sostengono che la ricerca è solo una copertura per poi utilizzare a scopi commerciali la carne di balena.

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