domenica 25 marzo 2012

COME CAMBIA LA PESCA IN EUROPA

COME CAMBIA LA PESCA IN EUROPA
A cura del dottor Erminio Di Nora
I governi europei, riuniti nel Consiglio Ue, stanno discutendo una nuova riforma della pesca sulla base di una nuova proposta della Commissione.
L’intervento è ritenuto “urgente” semplicemente perché da anni i pescherecci catturano una quantità di pesce superiore a quella che può essere ricostituita, esaurendo così i singoli stock ittici e mettendo in pericolo l’ecosistema marino. Attualmente, tre specie su quattro sono sovrasfruttate: l’82% degli stock del Mediterraneo e il 63% dell’Atlantico.
Il settore registra pertanto una diminuzione delle catture e ha di fronte un incerto futuro.
L’obiettivo è la sostenibilità delle quote di cattura per specie attribuite ai singoli stati entro il 2015. Questo vuol dire garantire la riproduzione degli stock e cercare di assicurare una redditività di lungo periodo, ovvero arrivare a una gestione accertata dei volumi.
Il primo passo cruciale è il divieto dei rigetti in mare che, si calcola, costituiscono il 23% delle catture totali . Questa pratica verrà eliminata secondo un calendario inequivocabile e con un accompagnamento finanziario. I pescatori avranno l’obbligo di sbarcare tutte le specie commerciali che catturano. I pesci sottotaglia non potranno essere venduti per il consumo umano. Dal 2013 tutto il pescato dovrò essere portato a terra e contato per le quote.
i è responsabile delle ispezioni?
I pescherecci devono essere in grado di fornire una documentazione completa di tutte le attività (trasformazione compresa) in modo da consentire il monitoraggio dell’obbligo di sbarcare tutte le catture, e quindi le catture sono di competenza degli Stati.
Attualmente i «piccoli» privati costituiscono il 77%per numero di imbarcazioni, ma solo l’8% in termini di stazza (dimensione delle navi) e il 32% in termini di potenza motrice. Il resto sono grandi pescherecci.
Dal 2014 si vuole un sistema di quote di cattura trasferibili attribuite alle imbarcazioni oltre i 12 metri. Le concessioni saranno ripartite dalle capitali con «modalità trasparenti» e comuni. Esse daranno diritto una fetta percentuale delle capacità nazionali, una sorta di licenza quantitativa per 15 anni, che gli operatori avranno facoltà di affittare o scambiare a livello nazionale. Si verrà insomma a creare un mercato delle quote a metà fra quello delle licenze dei tassisti e quello dei contratti di sfruttamento delle miniere. Il timore è che i pesci grandi possano mangiare i pesci piccoli.
La situazione in Italia
La nostra pesca è ancora piuttosto artigianale. Questo impedisce di guadagnare sui grandi volumi, come fanno Spagna e Francia, ma consente di puntare sulla qualità. Eppure le cose non vanno bene. Secondo il Wwf, la nostra pesca artigianale va meglio tutelata in quanto impiega il 50% delle braccia italiane; sono circa 14 mila persone con un giro di affari di circa 276 milioni all’anno di ricavi. Il problema è che le risorse hanno subito un declino, il 29% in meno di pescato annuale con una riduzione del reddito del 19%. Infine l’incremento delle spese dei carburanti (18%in sei anni), ha inciso sull’economia della pesca artigianale. Le nuove norme entrano in vigore dopo che il Consiglio (cioè i governi) e il Parlamento Ue si saranno pronunciati. L’attuazione sarà progressiva, secondo un calendario che precisa le varie scadenze. Il termine primo auspicato per l’entrata in vigore delle nuove norme è il gennaio 2013.
L’azione dell’Europa è efficace : il caso degli squali
Proprio in questi giorni il Consiglio ha finalmente messo al bando la pratica di pescare gli squali, tagliar loro la penna (prelibata per molti) e “buttarli” a morire in mare. Sinora c’erano delle esenzioni che hanno portato lo squalo a un passo dall’estinzione. Adesso non sarà più permesso a nessuno.
Detto questo, ci si chiede : come può una Regione prendere impegni in sede comunitaria nei confronti dei pescatori in un periodo così complesso e legato a ristrettezze socio-economiche imposte dalla stessa UE?  Come può farlo un parlamentare europeo? Va bene che siamo in prossimità delle elezioni, ma non possiamo prendere in giro chi vive sul mare e per il mare, spesso in condizioni familiari ed economiche difficili.

sabato 24 marzo 2012

MINTURNO(lt),INIZIATIVE per Minturno

Una Nuova Vita Insieme per Minturno

Tutte le Vite sono tra loro collegate da un unico filo conduttore : l'anima, sorgente di sentimenti  e di emozioni.
Con questo spirito un Comitato Civico Cittadino si è  unito a un'aggregazione di giovani che hanno deciso di ri-generare il  motore che spinge la classe politica minturnese. 
Ognuno farà la sua  parte, progettuale, programmatica, ma soprattutto sociale, diretta a recepire e trasmettere le istanze della gente.
Siamo disponibili e pronti a suggerimenti e confronti con quanti desiderano perseguire un obiettivo comune.
Insieme per dire :
No all'omertà e  No all'indifferenza.

martedì 20 marzo 2012

LO SVILUPPO DEI GAC A MINTURNO

LO SVILUPPO DEI GAC A MINTURNO    -  INDIVIDUAZIONE DI UN MODELLO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE PER LA GESTIONE INTEGRATA DELL’AMBIENTE E DELLA PESCA

                                                                            a cura del dott. Erminio Di Nora
                                                                                  www.erminiodinora.com
1. Premessa
La fascia costiera riveste un ruolo di estrema importanza per la moltitudine di fenomeni biologici che la caratterizzano e per la pressione antropica a cui è sottoposta, sia direttamente che indirettamente ( fiume Garigliano, scarichi a mare, inquinamento biologico ).
 La crescente antropizzazione delle coste, l’estensione dell’agricoltura e delle zootecnie intensive, il processo di industrializzazione progressiva, il forte sviluppo delle attività turistiche, l'erosione delle coste, l'irrazionale sfruttamento delle risorse, sono tutti processi che alterano l'equilibrio della fascia costiera.
Inoltre l’ambiente costiero riveste una notevole importanza anche dal punto di vista socio-economico e da quello sanitario, in quanto vi si svolgono una gran numero di attività (industria, pesca, acquacoltura, turismo balneare e nautico, portualità, ecc.) che entrano spesso in conflitto tra loro, comportando talora gravi ripercussioni nei settori di volta in volta interessati.
Gestire la fascia costiera, nell'ottica dello sviluppo sostenibile, vuol dire armonizzare l'integrità dell'ecosistema con i processi e le attività economiche che insistono nelle zone marine costiere, e gestire situazioni conflittuali che nascono dalla sovrapposizione di interessi economici ed ecologici con caratteristiche spesso antitetiche.
Ciò richiede un approccio e una formazione multidisciplinare, ma soprattutto un rapporto uomo-mare che trovi il giusto equilibrio tra le diverse esigenze umane e la conservazione ambientale.
Lo sviluppo passa quindi attraverso un coordinamento socio-politico che deve vedere una stretta collaborazione con le Forze di Polizia, e nel caso specifico, affidando il coordinamento, come previsto dalle norme, alla Guardia Costiera, con opere di prevenzione e di educazione ambientale.
Un corretto programma di organizzazione del territorio applica le leggi cardine dell’ecologia moderna e soprattutto realizza il principio della contiguità nel mosaico territoriale di fasce soggette allo sfruttamento delle risorse e di zone coperte da tutela.
Oggi sta crescendo la determinazione che un buon uso di tale spazio vitale non può che discendere da un approccio “integrato”.
L’approccio integrato nella gestione è un tentativo di generare relazioni corrette tra le parti, escludendo quelle attività che causano più danni che reali benefici.
In questo scenario complesso, la pesca, la produzione ittica, il buon mantenimento degli approdi, la garanzia di un punto di attracco sicuro, il pescaturismo e l’ittiturismo, l’utilizzo organico delle aree parco, l’inserimento dei pescatori negli organismi di gestione della costa, la sbrurocratizzazione, giocano un ruolo centrale nell’ambito della fascia costiera, che vanno dal sovrasfruttamento alle modificate condizioni degli ecosistemi costieri.
Nel mondo della pesca va sempre più diffondendosi la consapevolezza che si tratta di un’attività soggetta non solo a regole economiche, ma soprattutto a regole ecologiche e che la prosperità delle imprese dipende dallo “stato di salute” e dalla disponibilità della risorsa.
Questa “regola” oggi viene maggiormente compresa dal mondo della pesca, ma ancora non molto dal “turismo predatorio”.
Una moderna gestione della fascia costiera deve infatti passare attraverso una saggia politica di conservazione delle risorse e del loro ambiente.
La "gestione" della fascia costiera in aree complesse come il Golfo di Gaeta appare un’esigenza sempre più pressante ed impellente; sebbene essa sia da più parti, richiesta ed auspicata, raramente si è provveduto ad attivare azioni concertate mirate ad un razionale utilizzo delle risorse e delle potenzialità della fascia costiera e ad una autoregolamentazione da parte degli operatori del comparto marino.
Una corretta gestione della fascia costiera può essere quindi realizzata solo possedendo il maggior numero di informazioni sulle varie componenti che interagiscono con essa e tra loro, ovvero sulla pesca, sullo stato delle acque, sul grado di antropizzazione della costa, sulla bionomia dei fondali, sulle fonti inquinanti, sulle zone protette, sugli strumenti urbanistici, sull’impatto del turismo e sulla maricoltura eventualmente praticata.
A fronte di questo stato, il presente progetto ha come fine ultimo quello di proporre per un significativo tratto costiero, un sistema di gestione integrato della fascia costiera che possa favorire una razionalizzazione delle attività presenti per renderle compatibili con le esigenze della collettività locale, soprattutto valorizzando il Comune di Minturno e le sue bellezze attraverso il binomio mare-collina, e facendo in modo che coloro i quali desiderano optare per risiedere in questo Comune, abbiano a disposizione tutti i servizi per prendere anche la via del mare.
Non si può quindi prescindere dal ripristino della foce del fiume Garigliano, chiedendo al Ministero degli Interni un presidio delle Forze di Polizia presso lo stesso sito, valorizzando la portualità fluviale e i servizi connessi.
Anche se si tratta di un’area che ha un grande valore storico-culturale, la foce è stata oggetto di incidenti e di continui dragaggi per favorirne la navigabilità.
Ricordiamo infatti che i pescatori, non avendo Minturno un attracco protetto, sono costretti ad ormeggiare sul lungofiume, un’area per lo più abbandonata e soggetta anche a scorribande di vario genere.  Le giornate di pesca (lavoro ) sono quindi ridotte notevolmente, e questo non aiuta i giovani ad avvicinarsi a un mestiere che ha visto Minturno colonizzare anche il nord della Regione Lazio.
2. Area di interesse
Il tratto costiero oggetto di questa attività è quello compreso tra la foce del fiume e l’area che rientra nel Parco della Riviera di Ulisse. La fascia costiera presenta una varietà di ambienti, dai fondali sabbiosi, con presenza di posidonia a fondali rocciosi e ambienti sconnessi e pericolanti ( Monte d’Argento ).
Proprio queste caratteristiche hanno determinato la forte vocazione turistica delle aree in questione con conseguente densa urbanizzazione, usata solo stagionalmente, che determina una fascia costiera a terra edificata quasi senza soluzione di continuità..

mercoledì 14 marzo 2012

Commissaria europea alla pesca Maria Damanaki

La Commissaria europea alla pesca Maria Damanaki
In Italia il 15 e  il 16 marzo
La  commissaria incontrerà il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e della Pesca, Mario Catania, e parteciperà ai lavori delle commissioni competenti di Camera e Senato.
Nella giornata del 16 incontrerà i rappresentanti delle organizzazioni del settore. Il ministro italiano e' particolarmente impegnato nel dibattito sulla riforma, pronto a portare il suo contributo, e la commissaria conta su questo impegno essendo l'Italia il più importante Paese che opera nel Mediterraneo.
Catania ha già incontrato la commissaria Damanaki a inizio gennaio a Bruxelles e, in quell'occasione, il Ministro ha detto che l'Italia e' favorevole alle linee di fondo della riforma che la Commissione ha proposto, ma che ancora restano da chiarire le modalità d'applicazione alla pesca nel Mediterraneo, pesca che e' gestita con regole diverse da quelle valide ad esempio nell'Atlantico.
Basti pensare alla pesca del tonno rosso per cui non esistono quote annuali di produzione.
Da mesi si susseguono le riunioni a livello tecnico nell'ambito dei gruppi specifici al Consiglio Ue che permettono di fare un gran lavoro di comprensione della proposta in modo da chiarirne l'applicazione e le modalità, mentre i ministri si potranno concentrare sui punti più controversi.
Due punti fondamentali sono: quello relativo alle concessioni di pesca trasferibili, e il divieto di rigetto delle catture in mare.
Su queste due proposte l'Italia ha fatto un'apertura di credito, si tratta pero' ora di vedere come si possono adattare al Mediterraneo. Una delle preoccupazioni del ministro per le politica agricole, alimentari e della pesca, Mario Catania, e' che ci possa essere un processo di concentrazione dei diritti su un numero ristretto di operatori, mentre l'Italia, come del resto la Commissione europea, guarda attentamente alle esigenze della piccola pesca costiera. E gli altri sistemi di pesca???
Chiediamo ai “nostri” Parlamentari di argomentare le esigenze della categoria TUTTA, anche in virtù delle relazioni provenienti dalla Provincia di Latina, e in particolare dal Compartimento Marittimo di Gaeta.
Si tratta di una questione di sopravvivenza anche per i pescatori, e non solo per i pesci, di un compromesso utile alla conservazione delle risorse ittiche e al riconoscimento di alcuni ammortizzatori sociali ( es. lavoro usurante ) che possono contribuire a mantenere i livelli occupazionali.
                                                                                                   dott. Erminio Di Nora

lunedì 12 marzo 2012

CACCIATORI DI BALENE

LA VERGOGNA DI  “ESSERE UMANI”
A cura del dott. Erminio Di Nora
Le baleniere giapponesi hanno concluso la loro stagione con meno di un terzo della quota annuale di 900 balene, riuscendo a catturare solo 267 balene. L’agenzia della pesca giapponese ha detto che la flotta è sulla via del ritorno dall’Oceano Antartico come previsto, ma con un bottino piuttosto magro.
La causa? Tra le altre, anche l’attività sabotatrice degli attivisti.
Sul sito di una delle principali organizzazioni a difesa delle balene, la Sea Shepherd, campeggia ancora l’invito a seguire in diretta la campagna contro la caccia alle balene.
 “Durante le ultime sette campagne, abbiamo salvato la vita a più di 2.781 balene e mostrato le attività illegali dei giapponesi al mondo intero. La scorsa stagione siamo stati in grado di salvare più balene di quante i giapponesi siano stati capaci di ucciderne. Ottocentosessantatre (863) balene sono vive e stanno nuotando in mare perché voi ci avete permesso di intervenire sostenendo le nostre navi ed i nostri equipaggi,” si legge sul sito di Sea Shepard.
“Penso che sia stata una campagna di grande successo,” ha detto il presidente di Sea Shepherd, Paul Watson, alla BBC.
“Avevo previsto che non sarebbero andati oltre il 30 per cento della loro quota e sono arrivati a malapena al 26 per cento. Abbiamo avuto ragione noi.”
Anche il governo australiano ha accolto con favore la fine delle baleniere giapponesi dal Mare Antartico.
“Le attività di caccia del Giappone sono contrarie al diritto internazionale”, ha detto una fonte del governo, secondo la BBC. “Ecco perché l’Australia ha iniziato e continuerà un’azione legale presso la Corte internazionale di giustizia”.
Nonostante il divieto mondiale sulla caccia alle balene, il Giappone sfrutta una clausola dell’accordo internazionale che permette le catture per scopi “scientifici”. Tuttavia, gli attivisti sostengono che la ricerca è solo una copertura per poi utilizzare a scopi commerciali la carne di balena.

domenica 11 marzo 2012

GIORNATA MONDIALE AUTISMO

2 APRILE GIORNATA MONDIALE AUTISMO.
PROIEZIONE FILM ‘TEMPLE GRANDIN’ AL  CINEMA BARBERINI CON IDO E DIVENTO GRANDE ONLUS  PER GARANTIRE LA LIBERTA’ DI SCELTA DELLE FAMIGLIE E LA RICERCA SCIENTIFICA APERTA .
Roma, 6 marzo - “Mi chiamo Temple Grandin e non sono come le altre persone”. Con questa frase inizia il film dedicato alla scienziata autistica ‘Temple Grandin. Una donna straordinaria’, che il 2 aprile verrà proiettato presso il Cinema Barberini, in Piazza Barberini a Roma alle ore 10, dall’associazione Divento Grande Onlus e dall’Istituto di Ortofonologia (IdO), in occasione della Giornata Mondiale dell’Autismo.  Il film rappresenta uno straordinario documento, dove la Grandin racconta la sua personale vicenda, di come cioè si sentisse diversa ma non inferiore. “Avevo un dono - spiega la scienziata nel lungometraggio - riuscivo a vedere il mondo da un’altra prospettiva. Notavo dettagli invisibili agli occhi degli altri”. La proiezione del film sarà l’occasione per raccontare ad una platea composta da istituzioni, media – ma anche operatori del settore, terapisti, familiari di bambini, ragazzi e adulti autistici – le problematiche di queste persone ‘speciali’ che
troppo spesso non trovano nel sistema dell’assistenza pubblica adeguato sostegno e riconoscimento.
Un tema che oggi è all’ordine del giorno, dopo la recente pubblicazione delle Linee Guida del Ministero della Salute che sono al centro di un vivace confronto fra quanti in Italia si occupano di autismo.  “Per ‘Divento Grande’ - ha affermato il presidente della Onlus Bruno Morabito - la Giornata dell’Autismo è un grande riflettore acceso su una ‘questione sociale’ di crescente spessore che merita un approccio laico ed una maggiore attenzione istituzionale. Riteniamo - ha precisato – che tutte le metodologie terapeutiche, se gestite con professionalità e rigore scientifico, debbano avere diritto di cittadinanza e sostegno da parte delle istituzioni, lasciando ai genitori il diritto-dovere di scegliere per i propri figli l’approccio che si ritiene più utile”. E proprio per valorizzare le singole potenzialità dei bambini colpiti da questo disturbo, sapendo che sono tante le  iversificazioni al di sotto del cappello autismo, l’IdO presenterà, dopo la proiezione, la petizione promossa da un gruppo di parlamentari bipartisan e sostenuta da associazioni di famiglie e numerosi esperti del  settore. Per questi ultimi, infatti, “il testo delle linee guida ha escluso dal dibattito tutti gli approcci diversi da quello neo comportamentale. Fatto grave, in quanto l’addestramento non rispetta  l’individualità del singolo bambino e annulla le loro potenzialità”. Il direttore dell’IdO, Federico Bianchi di Castelbianco, ha concluso: “Organizziamo questo evento anche per ribadire il diritto delle famiglie di scegliere liberamente la terapia più idonea per il loro bambino, affinché la ricerca scientifica, in continua evoluzione sull’autismo, non venga stretta in recinti cechi e prestabiliti che danno vantaggi solo a chi ne determina il percorso”. Prenderanno parte alla proiezione diverse personalità politiche ed esperti del settore. Si ricorda che per partecipare è necessario accreditarsi scrivendo all’indirizzo email autismo@ortofonologia.it o chiamando ai numeri
06/45499511 o 3346534305.

SOS DALL'ISOLA DI PONZA

 SOS DALL'ISOLA DI PONZA 
 
APPELLO ALLE FORZE POLITICHE PROVINCIALI

UN IMPEGNO POLITICO PER PONZA 
LETTERA APERTA A TUTTI I SEGRETARI PROVINCIALI  DEI PARTITI POLITICI NAZIONALI
Da molto tempo, la Politica, è assente dal nostro territorio; la POLITICA dei progetti che nascono dal basso, nelle sedi dei coordinamenti locali dei Partiti, vengono sintetizzati nelle segreterie Provinciali per poi trovare soluzioni legislative e finanziarie a livello Regionale.  Da questa coerente azione politica a vari livelli vennero fuori le leggi Regionali per le isole Ponziane del 1978 e poi del 1991, leggi che programmarono e finanziarono uno sviluppo attraverso la risoluzione di tutta una serie di problemi strutturali.  Almeno da venti anni questo filo diretto, politica-territori e soprattutto con i territori delle nostre isole si è interrotto e questa assenza  ha generato un disastro dal punto vista economico, sociale ed istituzionale.  I tentativi unilaterali da parte delle istituzioni continentali, di condurre le isole minori a diventare,  avamposti per la protezione ambientale, hanno prodotto provvedimenti e leggi,  che non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati, perché non c’è stata un’opera di coinvolgimento  della popolazione, integrando, adeguando e valorizzando le attività economiche sin qui sviluppate dai residenti.   Noi siamo convinti che per salvare le isole minori dal definitivo abbandono si debba partire dalla salvaguardia di una residenza stabile e continuativa per tutto l’anno.  Questi cittadini che vogliono continuare a vivere nelle isole, vanno protetti come si vogliono proteggere la fauna migratoria e la flora autoctona. Anzi, noi siamo convinti che bisogna proprio partire da questo nocciolo duro di cittadini, che eroicamente continuano a vivere sulle isole per ripensare un nuovo modello di sviluppo socio-economico sostenibile. Ripensare, adeguare, valorizzare e sviluppare le attività economiche nelle isole deve essere compito della POLITICA per non lasciarla in mano agli  affaristi, agli speculatori peggio alla camorra.  La nostra isola sta vivendo, forse, il momento  più difficile dal dopoguerra ad oggi.                    Ne sono la testimonianza i sequestri dei pontili e poi le denunce ai noleggiatori, gli arresti di tre assessori e dello stesso sindaco, l’arrivo del commissario prefettizio,  i sequestri dei cantieri navali, il blocco totale dell’edilizia, le grandi sofferenze del settore ittico.   Tutte le attività sviluppate dai Ponzesi, sono messe in serio rischio di fallimento e noi non possiamo permetterci di assistere a questo fallimento. Non possiamo abbandonare una comunità di cittadini che almeno da duecento anni vivono su queste isole e hanno in qualche modo salvaguardato questi patrimoni dell’umanità alle generazioni future. A Ponza al contrario di altre zone turistiche, di pari livello, non si sono permesse colate di cemento armato, non si è permesso la cementificazione del Monte Guardia, con teleferiche panoramiche. I Ponzesi hanno impedito  tutto ciò, ma la nostra preoccupazione è altissima perché dal vuoto politico-amministrativo, dalla attuale crisi economica, non sappiamo cosa si nasconde “dietro l’angolo”: quali mire speculative,  peggio il fallimento dall’attuale sistema economico, oggi in mano dei ponzesi, potrebbe essere sostituito da investitori esterni, per trasformare queste isole in villaggi turistici esclusivi.Nei momenti difficili i popoli hanno trovato nell’Unità le energie per ripartire: i Comitati di Liberazione Nazionale, sono stati un esempio per rifondare dal basso uno stato democratico; ma anche ai tempi del pericolo del terrorismo ci sono stati i governi di Solidarietà Nazionale e ancora oggi in piena crisi economica, intorno al governo Monti, c’è una reale convergenza di idee e di azioni di gruppi politici fino ad ieri inconciliabili per traghettare l’Italia oltre la crisi.Ma a Ponza, anche in questo grave momento, la POLITICA rimane assente, il PARTITI sono assenti! A Ponza anche in questo grave momento non si riesce a trovare la coesione, non si riesce a trovare l’unità di intenti per governare l’isola, ripristinando legalità e giustizia, traghettando il vecchio modo di concepire l’economia e la vita sociale nel nuovo, per salvaguardare le isole  dal definitivo spopolamento e dalle deturpazioni.Il nostro appello è alla rinascita della POLITICA, è alla responsabilità da parte di tutti, cittadini di Ponza, Candidati, Partiti Politici Provinciali e Regionali, affinché si ritrovino i giusti valori ideali per l’UNITA’ POSSIBILE, per costituire una compagine amministrativa realmente maggioranza tra i cittadini, realmente autorevole e sostenuta dalla politica.Bisognerà sanare il bilancio comunale, bisognerà creare le condizioni organizzative per adeguarsi alle nuove offerte turistiche, bisognerà finanziare un progetto di sviluppo per risanare l’ambiente, per creare nuova occupazione, prendere iniziative mirate alla destagionalizzazione dei flussi turistici, adeguare agli standard nazionali la qualità della vita dei residenti.Tutto questo ha bisogno della UNITA’ ISOLANA ma soprattutto ha bisogno del sostegno della grande POLITICA.
Monia Sciarra, Francesco Nocerino, Emilia Iodice, Civita Graziano, Isidoro Vitiello, Giuseppe Cristo, Antonella Vitiello, Silverio Botto
 Ponza 11/03/2012
-Comitatto Spontaneo  RINASCITA PER PONZA
Via Piana LE FORNA 04027 PONZA (LT)

MINTURNO(lt),candidate donne incontrano FATICONI

La LISTA CIVICA di sole donneINCONTRA
IL CANDIDATO a SINDACO per il COMUNE di MINTURNO






giovedì 8 marzo 2012

Sulla PESCA PROFESSIONALE

PESCA PROFESSIONALE
POLITICA “ASSOCIATIVA” NAZIONALE
LONTANA DALLE REALI ESIGENZE E DALLE CONDIZIONI DI VITA DEI PESCATORI
I PESCATORI : PROMESSE DA “MARINAIO”
Molti pescatori manifestano la loro delusione nei confronti della politica associativa nazionale, e lo fanno incatenandosi in prossimità dei Comuni, donando in liberalità tutto il pescato di una giornata di lavoro, o ancora sbarcando e consegnando i documenti presso gli uffici della Guardia Costiera.
E’ vergognoso e indecoroso che alcuni politici sfruttino le condizioni di disagio della categoria per “azzannarne” pubblicamente altri, che a detta dei primi, non avrebbero svolto degnamente il proprio compito istituzionale.
Ricordo a questi “saccenti” che i piani di gestione e le deroghe ai regolamenti comunitari, sarebbero dovuti essere redatti per areali, aree omogenee,  con la collaborazione di quanti utilizzano i fondi pubblici per sopravvivere e precipuamente per rappresentare i pescatori su tutto il territorio nazionale.
Buttare fango addosso a una persona coerente e onesta, che certamente commetterà i suoi errori lavorando, non risolve i problemi. Non si può dimenticare che i piani di gestione avrebbero dovuto essere presentati entro il 2007, e che la UE ha segnalato più volte i Nostri ritardi.
Chi è senza “peccato” dunque?
Al contrario, domando : e voi che accusate questo o quel politico di superficialità cosa avete fatto? Quali azioni concrete avete intrapreso?
Il Governatore della Regione del Veneto, ad esempio, ha aperto le porte ai pescatori, recependo le loro istanze, e portandole all’attenzione delle Istituzioni chiamate a verificare le possibilità di attualizzare le proposte : dalla priorità nella demolizione dei pescherecci lasciati ai superstiti dei pescatori vittime del lavoro, alla verifica delle singole problematiche legate alle specificità del comparto e delle tipologie di catture.
Lasciamo la campagna elettorale lontana dai giochi di potere perché troppe famiglie legate al mondo della pesca sono ai limiti della sopravvivenza
                                                                                                                                                                                                dott. Erminio Di Nora

domenica 4 marzo 2012

Roccasecca dei Volsci(LT),problemi per servizio ProntoBus

Problemi per un bando di concorso pubblicato per l’affidamento del Servizio Prontobus.
Nell’intento di fare una cosa buona, l’Amministrazione decide di riservare il bando solo alle Cooperative Sociali, ossia quelle che devono essere composte già per costituirsi ufficialmente da almeno il 30% di soci svantaggiati e non che assumino il 30% di personale svantaggiato; può sembrare un semplice imprecisione. Questa ipotesi trova ulteriore motivo nel testo dell’avviso che all’art. 4 prevede che la Cooperativa, per aggiudicarsi l’espletamento del Servizio, debba presentare un progetto di assunzione di personale svantaggiato. Il Capogruppo Antonio Casconi si chiede se il Servizio Prontobus affidato ad una Cooperativa deve avere una figura professionale indispensabile per la realizzazione della prestazione che sarebbe l’autista, ma  potrà una persona svantaggiata, in possesso dei requisiti che la legge prevede per essere definita “ svantaggiata” possa svolgere una funzione così delicata come quella di autista e possa esibire una patente di guida anche per pulmini attrezzati per trasporto disabili, come chiesto nell’avviso?

venerdì 2 marzo 2012

TROOL.IT È POSTO PIÙ SICURO DEL WEB

TROOL.IT È POSTO PIÙ SICURO DEL WEB: VIGILA LA POLIZIA POSTALE
NATO QUATTRO ANNI FA, CONTA OGGI UNA COMMUNITY DI OLTRE 4 MILA PICCOLI BLOGGER.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 2 mar. - Web sicuro, arriva Trool.it, il progetto che promuove l'uso consapevole e creativo di Internet per bambini e ragazzi, voluto e curato dall'Istituto degli Innocenti con la partnership tecnica e progettuale di Fondazione Sistema Toscana, da oggi e' ancora piu' sicuro grazie alla collaborazione avviata con il Servizio Polizia Postale del ministero dell'Interno. L'accordo ha il patrocinio e il sostegno dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti e dell'Ordine dei Giornalisti della Toscana. Trool.it, nato quattro anni fa, conta oggi una community di oltre 4 mila piccoli blogger e circa 9 mila ragazzi coinvolti, circa 30 mila post (testi, video, ecc..) e quasi 4 milioni di visitatori. Il portale e' un contenitore di quanto si realizza nei laboratori in classe ma anche di cio' che scrivono i ragazzi come diario personale. Con l'accordo siglato oggi la Polizia Postale garantira' interventi tempestivi nel rintracciare eventuali tentativi di intrusione nel sistema. La collaborazione promuovera' anche iniziative comuni di formazione per sensibilizzare i ragazzi sulle regole della navigazione, per un uso attento e consapevole della rete e per prevenire i fenomeni di cyberbullismo. La Polizia Postale ha certificato la sicurezza sia della procedura di profilazione utenti Trool - il sistema con cui la redazione del portale e' in grado di identificare e rintracciare tutti gli utenti blogger - sia la gestione e la tutela dei dati presenti su http://www.trool.it/, conservati al TIX (i server ufficiali della Regione Toscana).
Questa collaborazione diventa ancora piu' importante in un momento di espansione di Trool anche fuori Toscana, a Salerno, Monza e Matera, grazie al progetto "Crescere che avventura", finanziato da Fondazione Telecom Italia con il bando che valorizza i Beni culturali invisibili.
In occasione della firma dell'accordo oggi a Firenze, Antonio Apruzzese, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle comunicazioni, dirigente superiore della Polizia di Stato ha dichiarato di apprezzare particolarmente la cura e la perfezione tecnica che il progetto Trool riserva alla tutela dei piccoli internauti, un'attenzione ancora oggi purtroppo poco diffusa.
"Con Trool e altri progetti di educazione ai media l'Istituto degli Innocenti lavora da anni nel diffondere l'uso positivo dei media digitali tra le nuove generazioni - ha dichiarato Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degli Innocenti - nella convinzione che Internet e i new media rappresentano uno strumento indispensabile di espressione e cittadinanza. Grazie al sostegno della Polizia Postale la nostra azione sara' ancora piu' efficace" Da parte sua Paolo Chiappini, direttore di Fondazione Sistema Toscana, ha affermato: "Trool.it rappresenta la metafora piu' limpida della nostra missione: dare vita a progetti di comunicazione digitale che siano al servizio del sistema toscano.
Siamo felici del successo di questo progetto portato avanti insieme agli amici dell'Istituto degli Innocenti e dell'ulteriore passo avanti in termini di sicurezza, garantito dal prezioso lavoro di vigilanza e di controllo della Polizia Postale. Siamo convinti che Internet rappresenti un bene primario per la societa', come l'acqua, come il diritto alla salute. Per questo motivo saremo tra gli organizzatori di un grande Festival dedicato a Internet voluto dalla Regione Toscana, che avra' luogo a Pisa dal 4 al 7 ottobre".
(Wel/ Dire)